Eventi

FESTA BRIGANTE

  • Marzo 14, 2011 21:55

 

 

FESTEGGIAMO ANCHE NOI L’UNITÀ D’ITALIA!

Mentre gli impavidi garibaldini percorrevano l’Italia da cima a fondo combattendo per la costruzione della nazione,  il meridione si preparava ad accoglierli: molti contadini scappavano nei boschi per non essere reclutati e organizzare la resistenza.

Con la nascita effettiva del Regno d’Italia iniziarono a sorgere insurrezioni popolari contro il nuovo governo: Le condizioni economiche erano peggiorate,  le tasse aumentate così come il prezzo dei beni di prima necessità; la questione demaniale dovuta all’opportunismo dei ricchi proprietari terrieri si era acutizzata.

Detenendo il monopolio della forza della legge nonché del denaro, il nuovo stato s’impose sul territorio con metodi brutali, soffocando le rivolte nel sangue.

Dopo la sconfitta dei briganti l’Italia poté contare su nuovi terreni da sfruttare, nuovi soldi derivanti dalle tasse, creando un divario tra Nord e Sud che ancora oggi ci  portiamo sulle spalle.

Vogliamo ricordare le centinaia di persone che combatterono e persero la vita per fare in modo che i potenti potessero espandere le linee immaginarie della loro proprietà, che ancora oggi difendono con metodi disumani.

 

DAX VIVE E CONTINUA A ODIARE IL FASCISMO

Nella notte fra il 16 e il 17 marzo 2003 moriva Davide “Dax” Cesare, militante del Centro Sociale O.R.So (“Officina di Resistenza Sociale”) di Milano, viene accoltellato da tre neofascisti all’uscita di un bar. L’aggressione è rapida e particolarmente violenta: Davide non giungerà vivo all’ospedale; altri due ragazzi sono feriti.

Infine giunge l’ultima vergogna: le menzogne degli apparati dello Stato, assecondati da organi di stampa sempre compiacenti e aiutati a posteriori dalla copertura morale prontamente offerta da certi politici. L’omicidio viene spiegato con il degenerare di una “rissa tra balordi”.

Il fascismo va combattuto quotidianamente perché oggi più che mai si nasconde tra le fila delle istituzioni e viene protetto dalle forze di polizia mentre per le strade le aggressioni e le coltellate avvengono ancora oggi.

Non perdoniamo! Non dimentichiamo! Dax vive e lotta insieme a noi.

 

FOGLIO DI VIA. SOLIDARIETA’

A fine febbraio a un compagno è stato notificato il foglio di via da Bologna (assegnatogli a discrezione del questore un anno e mezzo fa e mai comunicatogli) per presunta pericolosità sociale. Tale accusa sarebbe giustificata secondo la nostra beneamata questura da alcune denunce riguardanti: scritte apparse sui muri,  un corteo non autorizzato svolto in città e occupazione temporanea del rettorato per protestare contro lo sgombero dell’Aula Scaravilli (nel 2005/2006). Ovvero dalle azioni di attività politica che conduceva sul territorio. Abbiamo un’ulteriore conferma della repressione statale che colpisce in tutti i modi possibili chi lotta per esprimere le proprie posizioni contro l’università-azienda, per la libertà di manifestare, contro l’autoritarismo che ci vuole rinchiusi se osiamo batterci per lagiustizia sociale e la libertà di espressione, se solidarizziamo con i nostri fratelli rinchiusi in un carcere o in un CIE. Né i loro manganelli né i loro pezzi di carta riusciranno a dividerci. Non lasceremo un compagno da solo ad affrontare le enormi spese necessarie per il ricorso contro questo esilio, perciò abbiamo deciso di destinare parte del ricavato della festa a lui.

Ci sentiamo sicuri ora?

  • Marzo 9, 2011 16:52

Liberiamo piazza Verda dalle ordinanze antidegrado

  • Marzo 3, 2011 14:58

 

 

Dalle ore 12: pranzo sociale, musica e bivacco, banchetti contro informativi, arte di strada, spazi liberi di discussione e socialità.

Esiste oggi un fascismo che si connota con i caratteri dell’intesa mondiale per la sicurezza, per la gestione di una pace presunta, che organizza le ansie, le paure e le angosce delle masse.

Ogni piccolezza va soffocata, chi alza la voce, parla, mangia, beve, vive la strada.

Da anni, a Bologna come in tutta Europa, esiste un consenso fondamentalmente bipartisan sulle questioni della “sicurezza”.

 

Il professor Pavarini, intascando una consulenza da 100.000 euro durante la giunta cofferatiana, dichiarava l’inutilità di una politica “esclusivamente repressiva” ai fini dell’abbattimento della microcriminalità e del degrado. Senza intervenire sulle cause di questi ultimi innalzare il livello della sorveglianza con telecamere, sbirri in borghese, militari, contravvenzioni, non può che avere un semplice “effetto vetrina”.

Cioè propaganda elettorale.

 

Degrado sono i tagli al welfare, degrado è il centro di Bologna aperto al traffico dei suv e delle minicar, deserto dopo le dieci di sera; degrado è speculare con affitti esorbitanti (e spesso in nero), degrado è la patina grigia dello smog sui muri colorati, degrado è il coprifuoco, degrado è la gentrificazione dei quartieri, è l’abbattimento di esperienze sociali alternative, di modi di vivere altri. Degrado è il biglietto dell’autobus a € 1,50, degrado sono le case sfitte vuote, degrado è la mancanza di una retesociale.

 

Per questi e altri motivi già pensati e ancora da pensare, il 3 marzo ci riprendiamo il centro universitario in piazza Verdi per: arrampicarci sugli alberi, sui pali, sulle inferriate, sugli edifici, sui monumenti; distribuire materiali divulgativi; occupare abusivamente spazi pubblici o a fruizione collettiva; sederci, sdraiarci o soggiornare nelle strade, nelle piazze, nei giardini, sui marciapiedi, sotto i portici, sui gradini dei monumenti; ostacolare la circolazione pedonale; consumare alimenti e bevande in luoghi pubblici; raccogliere, per qualsiasi motivo, questue, elemosine, fondi o firme non debitamente autorizzate; avvicinarci ai veicoli in circolazione al fine di chiedere l’elemosina o offrire servizi quali la pulizia o il lavaggio di vetri o fari o altre parti del veicolo; esercitare attività di spettacolo viaggiante su aree non concesse a tale scopo; esporre o vendere opere dell’ingegno a carattere creativo in aree non appositamente individuate.

L’insicurezza alimenta la paura, e non sorprende che la guerra all’insicurezza sia in cima all’elencodelle priorità degli urbanisti […] Il guaio è che quando l’insicurezza viene meno, anche laspontaneità, la flessibilità, la sorpresa e l’avventura sono destinate a scomparire dalle strade cittadine.

L’alternativa all’insicurezza non è il dono della quiete, ma la condanna alla noia.

ZygmuntBauman

 

Individui e collettività degradati dalle ordinanze